Le coop vanno a Ginevra per il co-design dei servizi

Ginevra, 27 febbraio 2019 – Pubblichiamo, diseguito ,articolo del Sole 24 Ore del 18 febbraio 2019 ,sull’innovazione sociale.

«Un giorno di ottobre una signora bolognese di 86 anni ha chiamato i carabinieri. Quando sono arrivati, lei stava bene ma lamentava di sentirsi sola», racconta Alice Caporale, studentessa di Innovation design all’Università di Ferrara. Ricorda quell’episodio e in pochi minuti presenta una soluzione: la piattaforma Magna che punta a far incontrare universitari fuori sede con anziani soli, attorno a una tavola imbandita. Il servizio è uno dei prototipi messi a punto all’interno di Cbi, programma di open innovation del Cern: un’organizzazione lancia una sfida e un team multidisciplinare di studenti elabora una soluzione, in un processo di co-design, nell’arco di qualche mese.

«Sempre più spesso le nostre cooperative ci richiedono occasioni e strumenti per riflettere sull’innovazione di processo e su nuove aree di business» spiega Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna, che ha lanciato tre sfide: l’housing , l’economia circolare e l’educazione. Il progetto è nato dall’intento di declinare gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite su scala metropolitana. Grazie a un processo partecipato – assieme a Bocconi, Iuav e Urban@it – sono stati individuati indicatori e quindi sfide che il mondo cooperativo vuole raccogliere. Considerando il fatturato aggregato delle organizzazioni di Legacoop Bologna (16,5 miliardi di euro) e le altre del territorio bolognese la cooperazione genera un quarto della ricchezza complessiva. Incidere sulla innovazione in chiave di sostenibilità può fare la differenza in termini di impatto.

«Inoltre il dialogo con centri di ricerca e università – aggiunge Ghedini – ci consente di promuovere la cultura cooperativa». A Challenge Based Innovation Emilia Romagna hanno partecipato tre università: Modena-Reggio Emilia, Ferrara e Bologna, all’interno dell’open innovation program di Almacube, incubatore dell’ateneo bolognese. Oltre alla piattaforma Magna, i 30 studenti hanno presentato altre soluzioni nel contesto di IdeaSquare, spinoff del Cern. Una piattaforma Lacktopus – pensata assieme a Granarolo, Coop Alleanza 3.0, Camst e altre – che intende ridurre gli sprechi nella filiera del latte, attraverso l’intelligenza artificiale applicata alla supply chain, e con la collaborazione di terzi come le non profit a cui possono essere donate eventuali eccedenze. Caleido invece è servizio di aggregazione dell’offerta formativa 6-13 anni pensato in un sistema integrato con le scuole, i genitori e il Comune. Oltre a queste tre sfide lanciate da Legacoop Bologna , gli studenti hanno risposto a Cpr System, coop che fornisce ai supermercati le cassette per il fresco con l’aggiunta del servizio di lavaggio e riutilizzo. La soluzione Nebula vuole migliorare il controllo di filiera grazie all’Rfid e l’esperienza di acquisto con espositori intelligenti personalizzati coi dati dei prodotti. Infine per rispondere alla sfida di Sanofi Genzyme, hanno inventato Kyphi, un sistema (app, device e infermiera virtuale) che si prende in carico i pazienti asmatici così da avere informazioni su futuri attacchi – usando il monitoraggio delle frequenze cardiache – e fa da ponte nella relazione tra il medico e il paziente.

Fonte

27 Febbraio 2019