Coop Dugoni, quando l’integrazione produce internazionalizzazione

Mantova, 14 marzo 2018 – Nella cooperativa mantovana di facility management lavorano soci di nazionalità diverse, con i quali si avviano percorsi di analisi e internazionalizzazione nei differenti paesi di provenienza, dal Brasile al Senegal, perchè la diversità è una risorsa.

Sarr Mouhamadou è senegalese, vive in Italia da 25 anni e segue l’area esteri per la cooperativa Dugoni, con particolare riferimento al suo paese di origine, il Senegal, e ai paesi dell’area ovest dell’Africa, cha appartengono alla cosiddetta UEMOA (Unione economica e monetaria ovest-africana). La cooperativa ha di recente proposto al governo senegalese un progetto industriale di economia integrale per la città di Dakar che prevede la sperimentazione di un processo di economia circolare per dare una risposta integrata al bisogno sanitario di servizi igienici ad uso pubblico nei mercati, integrato alla messa in sicurezza igienica degli stessi e alla produzione di compost per l’agricoltura di prossimità urbana.

Il socio Mouhamadou, che segue il progetto fin dai suoi inizi nel 2015, in pieno Expo Milano, ha avviato da poco le pratiche per la cittadinanza. «Italiano mi ci sento già, qui ho trascorso metà della mia vita» ha raccontato alla Gazzetta di Mantova in una recente intervista. «Senegalese lo sono orgogliosamente, ho tutta la cultura del Senegal in me. Perché la gente ti rispetti è necessario che sappia da dove vieni».

Un altro paese in cui la cooperativa ha portato la sua formula “imprenditoria ed etica” è il Brasile, dove il sistema L.I.N.D.A (Low Impact Necessary Development for Ambient) brevettato da Dugoni è operativo nel sud del paese come metodo di sanificazione ospedaliera.

In questi ed altri paesi (dagli Emirati Arabi alla Thailandia, dal Costa Rica all’Albania) l’obiettivo per Mario Rodella, Presidente della cooperativa, è sempre lo stesso: “esportare il sapere nei tre campi d’eccellenza: facility ambientale, cimiteriale e industriale”.

“Senza delocalizzare l’azienda” aggiunge “perchè siamo una cooperativa, da quasi 50 anni”.

La storia della cooperativa ha le sue radici nel mantovano negli anni Settanta quando, per la meccanizzazione industriale dell’agricoltura, quasi tutti i “giornalieri”, i braccianti che lavoravano in campagna, in gran numero donne, iniziarono a svolgere mansioni di pulizia industriale, le prime sugli autobus per arrivare fino a Palazzo Ducale, in centro città.

Negli anni la Dugoni ha continuato a sviluppare la sua capacità trasformativa, quella che oggi chiamiamo “diversificazione”, introducendo i palmari sui carrelli a fine anni Novanta e “inventando” nuovi servizi come il facility cimiteriale. Proprio in questo settore, sostiene con fermezza e capacità di visione Rodella, occorre “rigenerare” prendendo a modello i paesi che hanno sviluppato un’attrattività turistica dei cimiteri, considerandoli spazi vivi. Nel prato verde del cimitero modenese di San Cataldo, gestito dalla cooperativa, Rodella immagina di far volare le mongolfiere, con il “cubo” monumentale dell’architetto Aldo Rossi a fare da sfondo. Che la direzione sia quella giusta lo dimostra anche la recente nomina, a Milano, di un curatore artistico e scientifico del Cimitero Monumentale che dovrà promuoverne il patrimonio artistico e culturale.

La capacità di inventare, unita alla passione del fare, è per Rodella e i suoi soci il valore dell’essere cooperatori, anche un po’ attori: “Noi di Dugoni possiamo paragonarci ad una compagnia teatrale che ad ogni stagione deve inventare un nuovo spettacolo, questo è il segreto della nostra longevità”.

14 Marzo 2018