Lanciato il nuovo sito web dedicato ai workers buyout

Bologna, 22 giugno 2018 – Legacoop Produzione e Servizi, assieme a Legacoop Estense (che comprende Modena e Ferrara) e Legacoop Bologna hanno presentato ieri, 21 giugno 2018, a Palma Costi, assessore alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna, il nuovo sito web sui workers buyout (www.wbo-coop.it) dedicato a chi voglia saperne di più per poi contattare i referenti regionali e avviare un percorso che porti alla costituzione di una nuova cooperativa dalle ceneri di una impresa privata.

Nuovo slancio quindi per i workers buyout, le aziende in crisi (per ragioni economiche, produttive o per mancanza di ricambio generazionale) rilevate dai lavoratori e trasformate in cooperativa. Una formula che si rivela spesso vincente e che, sostenuta dalle società finanziarie di Legacoop nella fase di creazione del business plan, nel finanziamento vero e proprio e nel tutoraggio allo start up, si sta affermando in tutta Italia con una forte presenza in Emilia-Romagna.

All’incontro di ieri, tenutosi a Bologna, presso la sede della Regione Emilia Romagna, introdotto da Maurizio De Santis, responsabile cooperative industriali e promozione WBO di Legacoop Produzione e Servizi, che ha presentato il sito, e concluso da Fabrizio Bolzoni, direttore di Legacoop Produzione e Servizi, hanno partecipato il direttore generale di Coopfond Aldo Soldi, l’amministratore delegato di CFI Camillo De Berardinis, i direttori di Legacoop Bologna e Legacoop Estense, Simone Gamberini e Gianluca Verasani.

È un fenomeno che negli ultimi anni ha trovato crescente attenzione nell’opinione pubblica, declinato con un acronimo anglofono, WBO, Workers Buy Out, ma che racconta un’intuizione tutta italiana nata nel solco della centenaria tradizione cooperativa del nostro Paese – spiega Maurizio De Santis –. Assume un valore particolare il fatto che gli ammortizzatori sociali investiti nelle nuove aziende nascenti vengano utilizzati come strumenti di politica attiva del lavoro e non solo come pura difesa del reddito. Ma è la dimensione sociale che fa dei WBO cooperativi un fenomeno originale e particolarmente coesivo, perché la cooperazione per sua natura è legata indissolubilmente al territorio e in tal modo Il patrimonio dell’azienda che si costruisce rimane un bene indivisibile e intergenerazionale“.

Quello del workers buyout è uno strumento che intendiamo promuovere con sempre maggiore determinazione perché è pienamente coerente con le finalità di promozione cooperativa dell’associazione – dichiara Simone Gamberini –. Le cooperative nate da workers buyout sono anche belle storie imprenditoriali, di dipendenti che diventano soci e mettendosi in gioco insieme salvaguardano lavoro e patrimoni di competenze accumulati nel corso degli anni. Il workers buyout, e questa è la finalità più importante del progetto che presentiamo alla Regione, è la dimostrazione della grande attualità del modello cooperativo, capace di dare risposte alla principale esigenza della nostra società: il lavoro“.

Dalla nostra esperienza nelle province di Modena e Ferrara – ricorda Gianluca Verasaniabbiamo riscontrato come il workers buyout sia un’opportunità concreta per i lavoratori, che consente di salvaguardare l’impresa e con essa i propri posti di lavoro. La soluzione proposta dai WBO è inoltre efficace non solo nelle situazioni di crisi aziendale, ma anche nei casi di mancato passaggio generazionale, dando così l’opportunità ai lavoratori stessi di diventare i protagonisti delle sorti della propria impresa».

Il sito web è stato realizzato dalla società cooperativa Indici Opponibili, giovane start up bolognese.

Riprese dell’agenzia di stampa Adnkronos

22 Giugno 2018