Legacoop Romagna, il rapporto della Camera di Commercio riconosce l’importanza delle imprese di logistica e trasporti

Hanno un peso ed una storia, a Forlì, le imprese di trasporti e logistica, un settore che ha trainato lo sviluppo dell’intero comparto dei servizi e che oggi ce la sta mettendo tutta per resistere a difficoltà sempre più impegnative. Fra queste, il rialzo del costo dei carburanti e dell’energia, che è una criticità relativamente recente, ma anche l’illegalità, la concorrenza sleale e il dumping contrattuale che, invece, sono problemi più strutturali di questo comparto e da anni condizionano lo sviluppo delle imprese forlivesi virtuose.

L’ultimo rapporto della Camera di Commercio della Romagna parla di circa 2000 imprese, delle quali oltre l’80% di trasporti e un 15% circa di logistica (facchinaggio e magazzinaggio): imprese per lo più individuali.

Fra queste ci sono le cooperative e i consorzi che aderiscono a Legacoop Romagna, che sono fra le aziende più grandi e strutturate del sistema: 29 imprese che associano 1.700 soci (persone fisiche e giuridiche), occupano 2.000 lavoratori e sviluppano un fatturato di 315 milioni. I dati del 2021 mostrano una crescita sull’anno precedente.

Aziende che hanno di fronte molte sfide e molte opportunità. Pensiamo, innanzitutto, alle potenzialità del lavoro per filiera, verso cui il settore è naturalmente vocato, che può rappresentare un bel volano per tutta l’economia locale. Soprattutto in un territorio come quello forlivese, in cui manifatturiero, agroalimentare e grande distribuzione organizzata hanno un peso rilevante e per i quali trasporti e logistica sono essenziali.

Potenzialità che possono essere colte davvero solo se si riusciranno ad accelerare investimenti nei processi di innovazione tecnologica, ad esempio verso la realizzazione di nuove piattaforme digitalizzate, che siano in grado di semplificare e velocizzare i servizi. Servono risorse: il PNRR, se ben orientato, anche grazie al supporto delle istituzioni, può essere uno strumento, perché si tratta di una finalità ricompresa nella missione 1 del documento strategico.

Un altro obiettivo fondamentale è quello dello sviluppo delle infrastrutture. Il “Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali dell’Emilia-Romagna” che Unioncamere ha messo a punto confrontandosi con tutti i territori nei mesi scorsi, ci richiama alla realizzazione di vere e proprie priorità per il forlivese: l’adeguamento della SS 67 Tosco-Romagnola per il collegamento Pisa-Ravenna, la SS 727 bis tangenziale di Forlì, la tanto citata Via Emilia bis, solo per fare gli esempi più significativi. Nel caso delle infrastrutture viarie il PNRR, che non le prevede nella sua programmazione, è stata a nostro avviso una occasione sprecata. Ne ha bisogno Forlì, ne ha bisogno la Romagna, che non può più aspettare interventi di adeguamento sulle sue arterie principali – due per tutte SS 16 e E45-E55 – soprattutto nella logica dello sviluppo che può essere garantito, se ben collegato, dal nuovo porto di Ravenna e dal conseguente asse strategico “Romagna-Bologna”.

E’ ambizioso pensare che possano bastare i fondi ministeriali ma per iniziare almeno a sbloccarli, serve sicuramente che il territorio continui a farsi sentire.

E’ questa la sintesi della delibera di identificazione della “Zona Logistica Semplificata” dell’Emilia-Romagna, un corridoio di nodi intermodali e aree produttive che collega il porto di Ravenna alle altre province emiliano-romagnole, nei cui confini saranno previsti incentivi e agevolazioni statali per le aziende che prevedono piani di sviluppo ed investimenti. Forlì può giocare in questo ambito un ruolo da protagonista, perché rientra nella ZLS con lo scalo logistico intermodale di Villa Selva Forlì/Forlimpopoli e con le aree industriali di Villa Selva e Coriano.

I tempi sono maturi perché il territorio forlivese metta in campo su trasporti e logistica una nuova riflessione strategica che tenga insieme l’ambito istituzionale (Comune, Provincia, Camera di Commercio) e quello datoriale e sindacale.

2 Marzo 2023