Osservazione, certificazioni ad hoc e flessibilità. Il welfare secondo Politecnica nell’intervista su WeWelfare

Di seguito l’intervista a Francesca Federzoni, Presidente di Politecnica Ingegneria ed Architettura sul WeWelfare, sito web della comunità che vive nel welfare integrativo per raccontare la nascita del nuovo welfare.

 

Politecnica di recente ha ottenuto la certificazione PdR Uni 125:2022 sulla parità di genere, requisito previsto dal PNRR che misura le performance in materia dei processi e della governance aziendale, delle opportunità di crescita e inclusione offerte dall’azienda, dell’equità remunerativa e la tutela alla genitorialità nonché la conciliazione vita lavoro. Ne parliamo con la Presidente Francesca Federzoni

Cos’è Politecnica e da quanto tempo la sua presidenza è alla guida della società?

Politecnica è una società di progettazione e direzione lavori all’insegna della multidisciplinarietà tra architettura, ingegneria e edilizia. Siamo una cooperativa di 47 soci ingegneri e architetti e altri 40 professionisti dipendenti: tecnici intermedi, amministrativi e laureati in altre discipline. Sono in carica dal 2011 e quello in corso è il mio quarto mandato triennale.

Quali sono gli interventi in materia di welfare e parità di genere che lei ha condotto e sui quali ha voluto maggiormente insistere?

Lavoro in Politecnica dal 1995 e, nonostante la società sia sempre stata molto aperta e senza alcuna barriera di accesso, quando sono entrata le laureate in ingegneria erano molto poche, livelli che erano dovuti fondamentalmente al mercato per una ragione oggettiva legata al basso numero di laureate in queste discipline in Italia in quegli anni. Nel 2011 la situazione è migliorata, le percentuali di laureate sia in architettura che in ingegneria sono infatti nettamente aumentate. Quello che mi ha fatto avvicinare alla certificazione di parità di genere in tempi non sospetti, e ancora prima dei fondi del PNRR, è stata una tendenza che ho osservato: a fronte dell’aumento delle laureate in ingegneria, abbiamo avuto però un’inversione di tendenza sulla base sociale, cioè la percentuale femminile non cresceva. La spiegazione tecnica è relativa alla composizione della nostra base sociale, costituita da architetti e ingegneri laureati in discipline varie afferenti alla branca dell’ingegneria, elettrica, ambientale, infrastrutturale, in cui la presenza delle donne è ancora molto bassa. Mi sono allora informata riguardo la possibilità di ottenere una certificazione specifica sulle modalità di valutazione delle carriere che potesse essere super partes, per questo mi sono rivolta alla start up universitaria di Modena IDEM s.r.l., più adatta a fotografare la nostra società riguardo queste misurazioni. Il primo riconoscimento lo abbiamo ottenuto nel 2021 e premiava l’equità salariale e l’empowerment sia per gli uomini che per le donne, e ha permesso l’introduzione di una Responsabile delle Risorse Umane, Paola Botti, che ha iniziato ad attenzionare queste tematiche anche, e soprattutto, riguardo la selezione del personale in ingresso.

In questi giorni il dibattito sul ritardo nell’impiego dei fondi del PNRR è di certo un tema caldo, la certificazione da voi ottenuta in che momento è arrivata e quali sono stati i requisiti riconosciuti?

Per attrarre professionisti e professioniste abbiamo dovuto prima di tutto renderci noi attrattivi, e il tema della certificazione di parità di genere ci ha permesso di distinguerci ancora prima dei fondi del PNRR, che poi sono stati decisamente di traino. Nella particolarità del momento pandemico, abbiamo cercato di lavorare in modo differenziato, per possedere un appeal specifico ricercato da ragazzi e ragazze appena usciti dalle università. La certificazione di genere come requisito ci ha permesso di ottenere punteggi aggiuntivi per poter vincere le gare messe a disposizione, il cui 50% attinge a fondi PNRR e il 30% del nostro lavoro si basa proprio su queste risorse.

Il vostro personale da quanti/e professionisti/e è composto, qual è l’età media e che tipo di formazione viene garantita per lo sviluppo e sostegno alle carriere?

Nella totalità, considerando come dicevo sia soci professionisti che dipendenti professionisti, siamo per il 53% uomini e per il 47% donne. L’età media è intorno ai 43 anni. Per quanto riguarda la formazione continua è sia di tipo formale, corsi specifici per sviluppare le competenze, che di tipo informale, ovvero una condivisione di esperienze con altrettanti professionisti aperta a tutto il personale. Offriamo anche una formazione di tipo istituzionale a cadenza annuale riguardante i temi delle nostre certificazioni: parità di genere, sicurezza sul lavoro e tematiche ambientali.

Approfondirei le vostre misure di welfare: quali sono le principali e che tipo di supporto offrono? Ne avete altre in programma frutto di recenti osservazioni e sondaggi?

Il tema welfare si applica al personale dei professionisti dipendenti. Applichiamo due tipi di contrattazione, il contratto nazionale degli studi professionali sommato al contratto integrativo aziendale, a testimonianza che sin dagli anni Novanta Politecnica si dota di un importante contratto integrativo aziendale, anche a livello economico, perché è di sostegno a quello degli studi professionali. La nostra è una flessibilità totale, i part time richiesti sono sempre concessi, anche in modalità permanente per coloro che ne hanno bisogno per esigenze personali. È stato inoltre sottoscritto il contratto per lo smart working sia collettivo che individuale che prevede fino a tre giorni di lavoro da casa a settimana. Nonostante ciò, ragazze e ragazzi hanno comunque bisogno di venire in sede, a dimostrazione di un giusto equilibrio di autogestione tra presenza fisica e lavoro da remoto rispetto al quale sono molto soddisfatta. Politecnica ha raddoppiato il congedo di paternità rispetto a quanto previsto dalla legge, riguardo alla maternità, applichiamo tutte le normative vigenti e accordiamo, come detto, il part time a tutte le mamme o i papà che ne fanno richiesta.

Fonte: WeWelfare

20 Aprile 2023